Presentazione

 

Eccomi, come diceva un mio Capo Ufficio riferendosi ai Sezionari, con la "Sindrome da foglio bianco", sindrome che colpiva tutti gli incaricati di uno studio, relazione o quant'altro avesse richiesto "spremuta di meningi". Poi per i revisori, i vari destinatari dell'Appunto, diventava tutto più semplice: la sindrome era stata superata e qualche idea da sviluppare, migliorare, correggere era stata partorita.

Eccomi pertanto col foglio bianco dinnanzi.

Nel preparare questa sorta di 'prefazione'  a quella che sarà la mia pagina personale, tante immagini si accavallano nella mia mente: immagini legate al periodo vissuto quando eravamo tutti assieme in Accademia, immagini relative al 'come eravamo' ...allora!

Dopo, già dalla Scuola di Applicazione, le nostre strade cominciarono a dividersi: i Carabinieri andarono a Roma, Commissari ed Amministratori a Maddaloni, ed anche noi delle Varie Armi, a Torino, a parte l'incontrarsi casualmente nei corridoi, affrontammo la nostra prima, piccola diaspora.  Vecchi amici come Lucio, Rolando, il Mucci veleggiarono verso altre Scuole, nuovi amici, di altre Compagnie o Sezioni presero, ob torto collo, il loro posto e si cementarono nuove profonde amicizie con l'Adalberto, i Nicola (D'Andria e Pantaleo), Matteo, Dauro etc., etc..

Poi finalmente raggiungemmo i Reparti, vagheggiati per tanti anni, e - salvo rare eccezioni - la diaspora continuò ma....incominciava allora a germogliare in noi qualcosa di nuovo, ancorché ancora indefinito: il ricordo della vita d'Accademia che, a suo tempo talvolta era stata persino detestata, cominciava a ....cambiare.
Il tempo stava ammantando di oblio i momenti ritenuti, forse a torto, più brutti, a tutto vantaggio di altri che, pur vissuti egualmente nello stesso tempo e con la stessa intensità, uscivano dall'ombra ed apparivano ora più belli. E con il ricordo forse anche il rammarico di non averli saputi apprezzare. Ed ecco allora che, magari sul Carso o in qualche altro sperduto poligono, incontrando un compagno di Corso - fante, artigliere, geniere o trasmettitore che fosse - tornavamo, quasi con nostalgia, ai .....nostri comuni ricordi: tornavamo in Accademia.

Questo sentimento è maturato col tempo ed ancora oggi continua a crescere alimentandosi di..... ricordi, tornando imperioso alla luce del sole in occasione dei nostri periodici incontri che, proprio ad avvalorare questo continuo processo di maturazione (o nostalgia sinonimo di vecchiaia ) che si estrinseca in uno stato di necessità, dapprima sporadici - oserei dire anche solo 'locali' - dal venticinquennale in poi sono diventati  biennali ed ora - fugit tempus - annuali.

Diciamocela tutta: noi, gli "abituée", quelli di quasi tutti i raduni - escludendo i soliti noti, onusti di stelle ed onori ma poveri di altri valori dei quali sentiranno certamente la mancanza quando dall'Olimpo torneranno fra i mortali - abbiamo il bisogno di rivederci, di tornare come eravamo, di riabbracciarci, di non perdere tempo ben sapendo, almeno incosciamente - ed è questo il motivo della tristezza che vela i nostri volti al momento dei saluti - che, per alcuni, potrebbe anche essere l'ultima volta.

Ero partito con la "sindrome da foglio bianco" ed ora non so più come fermarmi. Tante cose vorrei ancora dire, confrontare i vostri pensieri con i miei, colmare le lacune create dal tempo che passa dando e ricevendo notizie "non per curiosità", come dice Pierpaolo Guidoni, ma per potermi sentire di nuovo vicino a voi, ma, sia per non approfittare della pazienza di chi legge, sia per non dare troppo lavoro a Lucio che dovrà passare sul 'web' queste mie divagazioni, mi fermo qui. Spero però di aver raggiunto un obiettivo minimo: farvi conoscere, incontrandoci di nuovo, cosa mi lega a voi cari Fratelli del quattordicesimo.

Ma prima di chiudere questa presentazione consentitemi ancora di rivolgere il mio caro ricordo ai tanti amici che ci hanno lasciato:  da Mario  Malausa a Nic Pantaleo (che raccolsi io su quel maledetto stradone cha da Trieste va a Monfalcone), da Nicola D'Andria a Cesare Costantini, a Barone e... a tutti gli altri.

Arrivederci in Sicilia.

Lucio ( detto il cubetto)

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