Esequie del Gen. Duilio Arzilli

Intervento del Gen. Emidio Siliquini


Sono un collega de 14" corso di Accademia.
Per conto del Capo Corso e dell'intero Corso ho l'incarico di portare l'estremo saluto a Duilio, il cordoglio e la nostra vicinanza alla famiglia.
Perché questa intrusione in un momento cosìdelicato e triste della famiglia Arzilli?
Viviamo in un momento sociale in cui gli individui, così come le famiglie, vivono vicini ma non sono interconnessi; si parla di declino della convivenza civile se non addirittura di "regressione civica". Ebbene noi del l4° Corso rivendichiamo questa "connessione" tenuta viva da 50 anni di storia comune, di compartecipazione a vicende più o meno liete che ci hanno fatto sentire membri di una "famiglia allargata” in cui vicende liete vanno condivise e vicende meno liete condivise e superate con la partecipazione di tutti.
In questo senso siamo qui oggi con la famiglia di Duilio per salutare Lui e far sentire la nostra vicinanza a Marisa, Loretta e Riccardo.
Brevi parole non per ricordare la biografia o la carriera, comunque brillante, di Duilio ma piuttosto alcuni aspetti umani e caratteriali.
Sempre allegro e sorridente, con una leggera inflessione dialettale che rivelava le Sue origini marchigiane, una terra di dolci colline declinanti verso il mare dove una millenaria civiltà, di estradizione prevalentemente contadina, imprime nel DNA della gente valori tradizionali di onestà, apertura verso il prossimo, semplicità, tutte Sue caratteristiche peculiari
Duilio sapeva che il valore di un uomo non sta nel soggetto in quanto tale ma nella capacità di relazionarsi e sapersi relazionare con semplicità.
Per delineare la semplicità e la genuinità dì Duilio occorrerebbero molte parole che comunque non gli renderebbero giustizia
Mi limito pertanto a concludere con due brevi considerazioni, una direttamente a Te Duilio mentre ci lasci, l'altra ai Tuoi cari in particolare alla Tua Marisa.

A Duilio,
Ci lasci momentaneamente ma non ti allontani da quella che ho definita "famiglia allargata" del 14° Corso, perché, come ben sai, ci sono, ad accoglierTi 60 nostri amici che ci hanno voluto precedere nel lasciare questa pur sempre splendida esperienza terrena; non hanno dovuto neppure scambiarsi telefonate ed E-mail per sapere del tuo arrivo.
Vai e a tutti Loro di che non Li abbiamo dimenticati, cosi come non dimenticheremo Te, e che quindi ci preparino una buona accoglienza quando il disegno del Signore deciderà che anche per noi la parentesi terrena è conclusa.

A Marisa,
sì, è partito ma Ti ha lasciato segni indelebili degli anni che avete trascorso insieme.
Non mi riferisco al DNA dei figli e dei nipotini, cosa troppo lontana e tecnologica per consolarTi e suscitare sensazioni di vicinanza o della Sua presenza quasi reale, ma Ti ha lasciato i Suoi Geni che affiorano qua e là nei tratti somatici, nelle smorfie, negli aspetti caratteriali dei figli ma anche e soprattutto dei nipotini; lo so per certo perché, come Duilio, anch'io sono nonno e sento spesso dire che la testardaggine di qualche nipotino o il corrucciare gli occhi di qualcun altro "rimandano al nonno".
Perciò Marisa, quando, inevitabilmente, nei prossimi giorni o nelle prossime sere, avvertirai forte la mancanza di Duilio, abbracciati un nipotino o una nipotina perché in quell'abbraccio, oltre a qualche traccia somatica o caratteriale, ritroverai un po' del calore e dell'amore che per 50 anni Ti ha dato Duilio.

Roma, 13 giugno 2008