17 ÷ 19 ottobre 2007 - Il nostro Cinquantennale


Omelia tenuta dal l° Cappellano Capo in congedo Mons. Lino Girardi
il 21 giugno 1992 durante la Santa Messa celebrata nella chiesa parrocchiale di Colle Isarco

Don Franco (Ndr. parroco di Colle Isarco) mi ha invitato a dirvi io una parola e lo faccio non senza emozione, dopo 33 anni da quando ho lasciato l'Accademia insieme a voi. Vi ho lasciati allievi Ufficiali e vi ritrovo Ufficiali avanzati in grado, con gravi responsabilità professionali, e una lunga esperienza di vita militare, acquisita in Italia e all'estero.
Cosa posso dirvi? Anzitutto che sono molto lieto di trovarmi in mezzo a voi e vi ringrazio di aver pensato anche al vostro cappellano per questa vostra riunione. È un breve ritorno agli anni dell'Accademia, che porto sempre nel cuore. Come ricorderete, ho sempre dimostrato una grande stima per le Forze Armate, ed in particolare per la missione dell'Ufficiale che non è solo addestrativa ma anche educativa a quei valori umani che oggi stanno crollando, ma senza i quali non è possibile vivere: stima, che non era formale ma profondamente convinta. Uno Stato senza Forze Armate è come un organismo senza difese. Un organismo senza difese è destinato a soccombere, uno Stato senza Forze Armate diventa fatalmente schiavo della violenza interna e dell'aggressione esterna. Non è vero che le FF.AA. sono per la guerra. Essendo il fattore preminente della difesa, esse costituiscono il principale elemento di sicurezza e quindi della pace.
È questo il loro primo compito: salvaguardare la pace. Coloro che vi considerano uomini di guerra e per questo vedono male la vostra divisa e la vostra professione, o sono male informati o sono in malafede. Voi siete per dirimere situazioni di ingiustizia che sono contrarie alla pace e per difendere il diritto che è il fondamento della pace.

Nessuno, credo, vuole la pace più di voi, anche perché nessuno più di voi conosce il costo della guerra, specialmente della guerra moderna.
Perché oggi si tende a costituire una forza militare internazionale se non per impedire l'insorgere della guerra in questa o in quella parte del mondo? E questo non ci dice che le FF.AA. sono forze di pace? Questo dovrebbe bastare per avere il consenso, il rispetto e la riconoscenza di tutti.
Non insisto di più su questo vostro primo compito, che è evidente per chi lo vuol vedere. Quello su cui mi permetto di richiamare brevemente la vostra attenzione è un secondo compito che spetta a voi più che agli altri, ed è quello di difendere e tener vivo il grande ideale, che viene sotto il nome di PATRIA.
Come ben sapete, da tempo questo ideale è gravemente minacciato. Lo è stato ieri, in nome di una ideologia, che mirava ad assoggettare il mondo intero alla dittatura di una potenza, che si spacciava come la grande rivendicatrice degli sfruttati e degli oppressi.
Oggi quella superpotenza è venuta meno, assieme alla ideologia che la sosteneva. Ma non è venuta meno la minaccia contro l'ideale di Patria, che anzi si è fatta più insidiosa e più pericolosa di prima. Oggi non si vuole l'assoggettamento politico di tutte le nazioni a una sola, oggi si vuole addirittura la disgregazione delle singole nazioni. Questo è il pericolo mortale che ci incombe.
Quando si parla - e sono tanti che ne parlano e a livelli molto alti - di Stati multirazziali, multiculturali, multireligiosi, che cosa si intende dire o peggio, che cosa si intende fare? Si intende disfare i singoli Stati, che incarnano il concetto di patria, si intende distruggere nei singoli la coscienza della propria identità nazione, per creare uno Stato sovrannazionale con lo scopo di imporre una civiltà diversa da quella cristiana. Tanto è vero che si parla già di era postcristiana, come se il cristianesimo avesse fatto il suo tempo e fossimo entrati in un'epoca superiore.
È questo lo scopo ultimo di quel preoccupante fenomeno immigratorio, che sta invadendo l'Europa. Certo, come cristiani, non possiamo non ospitare tanta povera gente, che viene in cerca di lavoro e di pane. Ma non è così che si forma l'unione dei popoli come si vorrebbe far credere. Questa è confusione non unione.
La Natura, che è una insuperabile maestra di vita, ha un insegnamento da darci a questo riguardo. Se bene osserviamo, in natura, gli organismi quanto più sono evoluti, tanto più sono differenziati nei loro organi. È il verme che ha un organismo indifferenziato. Questo ci dice che la perfezione in natura non sta nel livellamento ma nella unione delle diversità. L'insegnamento è chiaro. Tendere ad uno Stato universale, eliminando gli Stati nazionali se a prima vista potrebbe sembrare il mezzo più sicuro per eliminare la guerra, in realtà non è un progresso, ma un regresso. Sarebbe come passare del corpo umano, che ha tanti organi distinti e uniti, all'organismo del verme.
Gesù, pur essendo il maestro dell'amore universale, non ha voluto essere un cittadino del mondo. Ha voluto appartenere a una razza, a una terra, a una Patria, che allora si identificava con la città di Gerusalemme, e su quella città ha pianto, pensando alla sua futura distruzione. Se ha pianto, vuol dire che l'amava, e se la amata Lui che è il modello definitivo dell'uomo, vuol dire che l'amore di Patria è un sentimento sacro, insopprimibile, intramontabile, e quindi la Patria che è l' oggetto di questo sentimento, è un valore, che deve essere difeso e promosso .
Ecco il vostro secondo compito. Avete un compito tecnico: la difesa armata del territorio nazionale. E avete un compito ideale, che è la difesa e la promozione dell'idea e del sentimento di Patria. È su questo secondo compito, che in questo momento dovete attentamente vigilare per non cadere nella rete di coloro, che si servono di falsi miraggi per distruggere l'Europa cristiana.
Siamo italiani, e vogliamo restare italiani. E restare italiani vuol dire conservare e tramandare quella eredità culturale fatta di lingua, di costumi, di mentalità, di tradizioni religiose, artistiche, militari, civili, sociali, che ci distinguono da tutti, e siccome è una distinzione, che è una ricchezza per tutti, va conservata e difesa. Non dobbiamo permettere che questa eredità venga dimenticata o peggio sostituita da altre culture, che niente hanno a che fare con la nostra.
Questo mi sembra, in questo momento, il vostro compito più alto: ergervi a difensori dello Stato nazionale. Finora siamo vissuti in un mondo di stati contrapposti, dobbiamo tendere con tutte le forze a un mondo di Stati uniti, ma la realtà dello Stato nazionale dev'essere conservato e difeso per non cadere nel nichilismo e affogare nel caos. Se saprete adempiere questo compito, avrete la benedizione di Dio, che non vuole il livellamento e la confusione, ma l'unione nella distinzione, come ci insegna la Natura che è stata creata da Lui, e come ce lo insegna Dio stesso col Suo Essere, distinto in Tre Persone, ma così unite da essere un Dio solo.
È da tempo che vado riflettendo su queste cose, e vi ringrazio di avermi dato l'opportunità di esprimerle a persone, come voi, che siete in grado non solo di accoglierle ma anche di tradurle in azione concreta.