La pagina personale di
Salvatore Grenci



Nell’anno 1955-56 frequento nella città di Locri il terzo liceo classico. Nello stesso periodo conosco il comandante della tenenza dei CC, S.Ten. cpl. trt, il quale con dovizia di particolari mi illustra la sua attività .
Sono ammesso in Accademia quale allievo nelle varie armi. Sostengo i primi interrogatori che supero dignitosamente.
Conosco un anziano –Nicola Gallippi- al quale confido la mia aspirazione di diventare ufficiale nell’arma dei CC.
Apprendo che l’accesso in Accademia è riservato, per gli allievi CC, solo ai sottufficiali diplomati.
Smarrimento e delusione.
L’anziano mi parla del Corpo di Amministrazione e della possibilità di transitare a domanda, considerata la mia tendenza per gli studi di carattere giuridico. Inoltre, fatto importante, la scelta preventiva non mi obbliga ad andare a finire in una arma da me non gradita.
Valutata la situazione accenno ,in uno dei rari momenti favorevoli, la mia intenzione al mio comandante di plotone - Ten. N. Russo - il quale cerca di dissuadermi con varie argomentazioni.
Persisto nella mia decisione e alla fine del tirocinio presento la richiesta. Cambio plotone e mi presento al nuovo comandante –Ten. G. Caccamo – che mi accoglie con assoluto distacco e quasi con una punta di disprezzo, come suo costume nei confronti degli altri allievi.
Il Direttore e vice-direttore del corso mi sottopongono al terzo grado.
Alla fine dell’anno accademico devo riparare inglese. Terminati i campi estivi mi ritrovo ad essere destinato a ripetere l’anno , caso unico nella storia dell’accademia, a causa del giudizio sfavorevole del mio comandante di plotone per deficienza in istruzioni pratiche di fanteria.
Non tutti i mali vengono per nuocere perché ho la fortuna di incontrare dei veri comandanti –Ten. Ghio e Cap. Ricci –
Ritrovato me stesso trascorro il biennio con serenità , impegno e soddisfazione. Riesco a cancellare dalla memoria il primo anno, compresi i vari personaggi ivi compreso il caposcelto e lo scelto e finalmente arriva la sospirata stelletta. Ho sempre sentito di far parte in toto del 14° corso. Mai ho partecipato ad una manifestazione del corso precedente. Vengo destinato, come richiesto, nel meridione e precisamente in Trani da qui a Barletta presso il Deposito Territoriale della Div. “Pinerolo” con breve intermezzo a Campobasso, quale direttore dei conti.
Quindi trasferimento in Firenze presso l’Istituto Chimico Farmaceutico, con la carica di direttore dei conti. In quel periodo incontro l’amico S. Rotondo, trasferito a sua volta da Torino
Nonostante l’interessamento del direttore dell’Istituto faccio la valigia per Bergamo , ove incontro l’amico A. Corvino. Pochi mesi dopo altro trasferimento per Torino presso la Scuola Applicazione . Dopo un periodo più o meno lungo, per me, parto per Casale M.to e successivamente per Novara. Permanenza di lunga durata in quella città e quindi trasferimento in Torino presso il 4° Alpini.

Da qui alla Scuola di Applicazione fino alla vigilia della promozione a maggiore poi alla Direzione di amministrazione e al Deposito della Brigata Taurinense.
Ritrovo l’amico caro G. Cervo con cui frequento studi di pittori e gruppi di pittori. Partecipiamo a mostre personali e collettive.
Quale giudice FIDAL svolgo tale attività nei giorni festivi. Nel frattempo mi laureo in giurisprudenza presso l’università di Torino discutendo la tesi sulla legislazione ecologica e riportando un ottimo punteggio.
Rientro in Direzione di Amministrazione e quindi assumo la carica di Capo servizio amm.ne presso la costituenda Brigata Mot. “Cremona”. Quindi vado al I Depoter e al suo scioglimento a Traemat, quale capo Sez. Finanziaria.
Sono quindi destinato a costituire il CEMARE e nonostante difficoltà di varia natura riesco a far partire l’informatizzazione, divenendo ente pilota. Per l’organizzazione dell’Ente e per il lavoro svolto nello specifico settore mi viene tributato un elogio scritto.
Sono promosso colonnello in spe.

Per insanabili contrasti con i superiori della RMNO decido di dare le dimissioni rinunciando così al prosieguo della carriera e conseguenti benefici economici.
Dopo poco tempo mi si presenta l’opportunità di partecipare al concorso per Giudice di Pace. Intraprendo questa nuova attività con rinnovato entusiasmo pur non economicamente remunerativa.
Bella esperienza gratificante!
Continuo a dipingere e frequento i corsi di grandi maestri iconografi in Italia ed in Russia.
Sposato con Rosanna Ferrero abbiamo due figli: Michelangelo, laureato in psicologia, svolge la professione di psicoterapeuta, mentre Laura, dopo aver frequentato l’istituto d’arte e l’accademia di belle arti, dipinge, ma il suo quotidiano lavoro lo svolge presso un ente pubblico.

Di tanto in tanto mi reco in Calabria e precisamente a Soverato, cittadina sul mare Jonio ,dove hanno vissuto i miei defunti genitori e dove abita mio fratello e due mie sorelle.
Ho fatto volontariato presso l’AISM di Torino.
Prima di chiudere questa pagina volgo un pensiero agli amici e colleghi che non sono più tra noi ed in particolare un pensiero all’amico Tino Cervo, compagno inseparabile di tante attività.
Oggi sono soddisfatto di quanto ho realizzato in tutti i campi di cui mi sono occupato e mi occupo. Ho sempre ricevuto il plauso e l’apprezzamento di quanti mi hanno conosciuto .
A parte la pittura mi piace leggere: narrativa, saggistica e storia. Mi interesso di politica, anche se non molto attivamente, visito mostre e ascolto musica.
Vorrei che il nostro Paese avesse alla guida persone più capaci e con moralità cristallina. Vorrei che tutti noi italiani avessimo il senso dello Stato. Forse tutti staremmo meglio.
Sono stato lungo, lo comprendo, ma ciascuno ha a disposizione un “telecomando”. Coloro che sono curiosi potranno visitare il mio sito: www.salvatoregrenci.it, ove sono esposte alcune mie opere.
Mentre il mio indirizzo di posta elettronica è: sr.grenci@tiscali.it





Mi sono avvicinato a questo libro con una certa perplessità perché, soprattutto in campagna elettorale, tutti hanno la ricetta magica per far funzionare le cose addossando all’avversario politico di turno tutta la responsabilità delle cose che non vanno.
Mi sono ricreduto perché l’autore ha saputo in modo brillante legare i fatti di cronaca e le vicende politiche e giudiziarie, così come raccontante dai mass media, legandole con un filo logico di facile comprensione e di maggior piacevole lettura.
È così uno specchio della società italiana come si è evoluta in questi ultimi anni ed ha il pregio di far riflettere il lettore che ne può trarre le conclusioni, senza essere forzato in una direzione o nella direzione opposta dall’autore.
Le parole con cui l’autore, nostro collega di Corso e Giudice di Pace nella città di Torino, apre il libro sono in tal senso illuminanti:

“Perché "Zibaldone"? Una miscellanea di notizie senza alcuna pretesa letteraria, a beneficio di chi ha la memoria corta, volontariamente o involontariamente.
Questa sequenza di pagine rilegate non è altro che una raccolta di notizie, appunti e riflessioni estrapolate da libri, quotidiani e settimanali, concernenti una pluralità di argomenti sulla quotidianità del nostro Paese, e, di conseguenza, quella di noi cittadini che - che si badi bene - non siamo sudditi di una classe politica imbelle e un po' tanto "mariuola" e di dirigenti incapaci ma in grado di pensare ai fatti loro.
Qualcuno potrà dire che molto è stato detto e scritto da autorevoli personaggi.
È vero, ciononostante nulla è cambiato nella direzione del Paese, anzi, ogni giorno esplode come una bomba un nuovo scandalo, sia a livello locale che nazionale.
Potrei essere tacciato di qualunquismo, di demagogia. Non importa perché lo scopo di questo libello è quello di ricordare a coloro che hanno a cuore le sorti dell'Italia che bisogna scegliere i governanti nel migliore dei modi possibili e che, quando è necessario, bisogna parlare a voce alta e non limitarsi a mugugnare.”

Insomma, a mio avviso, una piacevole lettura.
Febbraio, 2013