I fratelli maggiori

Personaggi: I carabinieri e i commissari del 14° Corso, i Prof. Della Casa e Goldoni






Tali vi consideravamo, carissimi amici Carabinieri e Commissari. Il tempo ha attenuato, se non eliminato, i tratti ed i segni imposti dall'anagrafe.
Noi tutti, appena consacrati "maturi" sotto il profilo scolastico ma completamente digiuni sia della realtà militare sia delle problematiche del mondo che ci circondava, ancora strettamente legati alla famiglia, guardavamo a voi già uomini fatti temprati dalla dura realtà degli studi universitari o dalla militanza nella Benemerita.
Siete scesi dal podio del dottorato o avete rinunciato ai gradi e siete diventati come noi, allievi aspiranti prima ed allievi ufficiali poi. Soffriste come noi e - forse ancor più di noi - "divoraste le lacrime in silenzio" nel diuturno lavorio di saggiare la nostra attitudine a mortificare l'Io interiore per costruire la responsabile attitudine al comando quale servizio da rendere alla collettività.
Vi comportavate proprio da fratelli maggiori, che - a differenza degli anziani - ci spronavate quando necessario e ci proteggevate, come fa proprio un fratello maggiore. Non più allenati alle materie scientifiche, alle espressioni matematiche del buon Della Casa o alla geometria del caro Goldoni, con la sua indimenticabile catena dell'orologio da taschino (a dimostrare le leggi del pendolo di Faucault), rimpiangevate forse la vita dell'Ateneo e dell'amato Comando Stazione Carabinieri.
Un periodo base di amalgama e di formazione intellettiva, morale e fisica: duro ma indimenticabile!
Le nostre strade si divisero dopo il periodo trascorso nel grembo della "comune madre": voi a Roma e Maddaloni, noi nella meravigliosa Torino, con gli stessi impegni e con gli ideali comuni.
L'entusiasmo di quegli anni non si è attenuato in oltre cinquant'anni, anzi , si è rinvigorito nel segno dell'amicizia, rivivendo anno dopo anno, giorno dopo giorno "la passione per gli alamari e le mostrine, il fremito naturale del sangue" che portò a consacrarci alla comune Patria quel lontano 10 marzo 1958, il giorno del nostro giuramento!
Sono trascorsi più di dieci lustri e la tempra dell'uomo interiore si è mantenuta inalterata, sfidando il tempo e le contrarietà della vita. Sempre così, cari fratelli maggiori, di raduno in raduno ! -