La pagina personale di
Salvatore De Montis

Carissimi
Abbiamo passato due anni insieme, sotto lo stesso tetto, a Modena e altri due anni nella stessa città, a Torino.
Correva l’anno 961 dello scorso millennio quando, alla fine del secondo anno della Scuola di Applicazione, mentre ricorreva il centenario dell’Unità d’Italia, le nostre strade si sono divise e ci siamo totalmente persi di vista fino all’undicesimo anno di questo millennio, quando ci siamo nuovamente incontrati ad Abano terme per celebrare il 150° anniversario dell’unità d’Italia.
Abbandono immediatamente l’accenno al millennio, impiegato per idealmente dilatare il tempo trascorso, limitandomi a considerare che cinquant’anni di vita rappresentano il ponte che collega la prima alla terza età, in termini più realistici : la gioventù alla vecchiaia, (ammesso che quest’ultima esista ancora-)

Mi piace a questo punto riportare qualche riga di un commento che Giorgio Verbi, con la consueta eleganza, ha voluto scrivere per ricordare il raduno di Abano
………………………………………………………..
“A dare ulteriore corpo a questi incontri ci sono anche delle novità. Prendiamo ad esempio proprio Abano. Chi ti spunta all'orizzonte?
Intanto Salvatore “tuono” De Montis che, oltre che per il tono della voce, è come sempre, un vero e proprio uragano, che si scatena soprattutto quando, in terra o in navigazione sul battello lungo il Brenta, incontra Giovanni, Saverio, Giorgio, suoi compagni soprattutto di studi (uh, che non ti dico…) non si è mai visto prima..
Ed è rimasto tanto deluso e scontento di questo suo revival (la moglie, naturalmente, a sua volta new entry, ha detto che non l'aveva mai visto così giovanilmente contento…) da assicurare che non mancherà più ai nostri incontri”.

…………………………………………….
Per la verità devo riconoscere che ad Abano il mezzo secolo di latitanza si è totalmente dissolto al punto da assimilare l’agosto dell’anno 1961 al “giorno precedente” e il settembre dell’anno 2011(epoca del raduno) al “giorno corrente”
Mi è ritornato alla mente quanto abbiamo assimilato in Accademia leggendo le sinossi di Analisi, cercando di capire come mai, tra due numeri, per quanto vicini, possano esistere altri infiniti numeri.
Ad Abano ho avvertito, che il passato dei ricordi e il presente che stavo vivendo, due momenti che emotivamente sentivo contigui, vicinissimi, senza soluzione di continuità, erano nella realtà separati da tanti giorni, settimane, mesi, anni, lustri, decenni.
L’iniziale constatazione degli effetti che il tempo provoca col passare degli anni è stata completamente annullata dal ritrovato sorriso, simpatia e vivacità mentale del ragazzi di allora.
Dopo quell’incontro, in cui è stato immolato il vitello più grasso per festeggiare il ritorno del figliuol prodigo, non ho mancato di partecipare con lo stesso entusiasmo a tutti i raduni che si sono succeduti e nel corso di alcuni di essi il nostro Lucio Leonardi, grande webmaster del nostro sito (grande? Io direi soprattutto grosso… Nota del Wm), mi ha chiesto di scrivere, per potere inserire nello stesso, la mia pagina personale.
Condizionato dal senso di colpa derivante dalla mia lunga latitanza, ho sempre vigliaccamente temporeggiato ma, oggi, alla vigilia del “sessantennale” avverto il piacere di essere incluso nel grande zibaldone che accomuna i nostri percorsi di vita, creato dal nostro Lucio.

Eccomi
Allievo Ufficiale Accademia di Modena 1957/1959
S.Ten. Scuola di Applicazione di Torino (Fanteria) 1960/1961
Capo del personale di impresa navale e metalmeccanica di La Spezia 1962/1965
Direttore Unione Commercianti della Provincia di La Spezia 1865/1967
Ispettore del Lavoro presso l’Ispettorato del lavoro di Massa Carrara 1967/2000
Dal 2000 Flicornista nella Filarmonica G. Verdi Carrara (La banda comunale)

Ieri, quando ero Allievo Ufficiale, ogni domenica mattina, per andare a Messa, percorrevo il breve tragitto che separava il cortile d’onore dalla Chiesa adiacente l’Accademia, marciando assieme ai miei colleghi sulle note di “Parata di eroi”, mettevo il petto in fuori per l’orgoglio di indossare quella divisa e per i sogni che facevo nell’immaginare un futuro felice e pieno di soddisfazioni.
Oggi che sono “Musicista”, quando suono “Parata di eroi” nelle cerimonie militari, gonfio ugualmente il petto, non solo per emettere le note giuste al momento giusto, ma anche, e soprattutto, nel ricordo di quei sogni di gioventù che si sono puntualmente avverati nel percorrere una vita felice e piena di soddisfazioni.

•    Perché e stata una grande soddisfazione gestire un organico aziendale di circa 200 dipendenti, non solo da un punto di vista contabile retributivo e previdenziale, ma anche, e soprattutto, nel sentirsi un sicuro punto di riferimento per ogni tipo di problema, da quello economico, a quello sindacale, a quelli umani e personali nell’essere depositario di tante situazioni familiari ed affettive.
•    Perché è stata una grande soddisfazione ed orgoglio essere stato chiamato a dirigere l’Unione dei Commercianti di La Spezia aderente alla Confcommercio, una struttura con quattro sedi territoriali dislocate nella Provincia, con migliaia di aziende associate suddivise in oltre trenta sindacati settoriali: Alimentaristi, Albergatori, Macellai; Farmacisti, Tabaccai, ecc, ecc, ecc….
•    Perché è stata una grande soddisfazione vincere un Concorso per Ispettore del Lavoro, piazzandomi ai primissimi posti fra migliaia di concorrenti, senza l’aiuto di alcuno, grazie soltanto alle professionalità acquisite in materia di lavoro e previdenza sociale e nel campo tributario e fiscale.
•    Perché sono stato , per oltre 15 anni (dal 1971 al 1987) il Consulente. Tecnico . di riferimento della Magistratura del Lavoro nelle più importanti controversie che si sono succedute nel corso degli anni.; In quel periodo ho depositato centinaia di perizie in cui, nella maggioranza dei casi, per la stima di cui godevo, le parti hanno ritenuto superfluo allegare la relazione peritale di un consulente di fiducia.
•    Perché ho svolto la mia attività in totale autonomia decisionale e organizzativa, trovandomi ogni giorno a confrontarmi, in situazioni sempre diverse, in un variegato mondo di imprenditori, lavoratori, commercialisti, avvocati, sindacalisti e infinite altre realtà che gravitano attorno al “lavoro”, su cui, non dimentichiamolo, è fondata la nostra Repubblica.
•     Perché ho amato con passione l’attività in cui sono stato impegnato anche perché non mi sono mai mosso da un territorio benedetto da Dio, a cavallo tra la Versilia e il Golfo dei Poeti, abitato da gente, non anarchica come impropriamente viene indicata, ma fiera. come quella che vive in Sardegna, da cui traggo le mie origini, e che non consente ad alcuno di dire “ Lei non sa chi sono io!!! “
Proprio per averlo capito da subito ho vissuto una vita serena, temuto e rispettato in servizio e salutato con simpatia ed affetto in pensione.
•    L’amore per la musica mi ha sempre accompagnato. Nel nostro numero unico del 14° Corso sono raffigurato col cappello messicano e la chitarra a tracolla. Oltre dieci anni fa, nell’aprile dell’anno 2000, quando mi sono reso conto che, tra pubblico e privato, cumulabili tra loro, mi venivano accreditati 42 anni di servizio utili per la pensione, nonostante mancassero ancora cinque anni per essere collocato a riposo per limiti di età, decisi di salutare il Ministero del Lavoro per disporre a mio piacimento del resto dei giorni che il buon Dio aveva intenzione di riservarmi per continuare ad inseguire quei sogni che , per vari motivi, non ero ancora riuscito a realizzare Immediatamente sono entrato, suonando il flicorno, prima contralto e poi baritono, in una formazione musicale “ La Filarmonica G.Verdi” la Barda musicale cittadina, che è uno dei fiori all’occhiello della città e che viene annoverata tra le eccellenze culturali della nostra Provincia, in quanto, nel suo vastissimo repertorio, annovera, tra l’altro, anche brani di musica sinfonica ed operistica.
•     Mi piace ricordare anche i miei trascorsi marinari.
Dopo l’immancabile pilotina acquistata nell’anno 1970 sono passato nel 1974 ad un gozzo cabinato di 7,50 metri per arrivare nell’anno 1982 ad un motorsailer di 35 piedi, guscio in vetroresina e coperta e interni in teak, realizzati da uno straordinario artigiano del posto, dislocamento 8 ton., entrobordo diesel Renault Couach, 8 posti letto, armato a cutter (albero centrale con randa ridotta e due vele a prua (yankee e trinchettina) doppia timoneria esterna ed interna idraulica, pilota automatico ecc, ecc
Questa imbarcazione mi ha visto per anni felice diportista nel super affollato arcipelago toscano (Marciana Marina era la mia base di riferimento per raggiungere la Corsica (più volte circumnavigata) e la Sardegna (limitatamente all’arcipelago della Maddalena)
Attualmente tengo la mia barca a terra nel cantiere della ditta che l’ha assemblata perché il mio piede non è più “marino” ed anche perchè le mie mani non mi consentono più di agire sui verricelli con la stessa energia e tempestività che avevo fino a qualche anno fa. e anche perché ho altri interessi.
Ho addirittura smesso di frequentare il Club nautico di Marina di Carrara che è stato, in passato, la mia seconda casa.


Vi risparmio album fotografici, non amo vivere di ricordi.
Sono convinto che, (se il buon Dio continuerà a tenerci tra le Sue braccia), il meglio dovrà ancora venire.
Per attestare e dimostrare tale ottimistica affermazione mi limito a riferire che a 52 anni, alla fine del 1990, fui costretto a trasferire mia madre, malata di Alzheimer, dalla Sardegna a casa mia per meglio assisterla e curarla.
Nonostante vivessi, con moglie, figlie e suocera, in una bella casa, grande e circondata da 5000 mq. di terreno, dove volendo avrei potuto realizzare una casa di riposo, mi resi conto, nel giro di poco tempo che per mia madre non c’era posto.
Non mi rimaneva altro che trasferirla nell’appartamento in cui vivevo prima della costruzione della nuova casa, un attico acquistato nel 1970 e che dopo il trasloco non avevo voluto affittare.
La nuova situazione familiare ha portato, nel giro di qualche mese, alla fine di un matrimonio durato 25 anni.
Termino questa patetica annotazione, dicendo che il buon Dio, che sempre mi ha assistito, vedendomi in quelle condizioni, triste per la prospettiva di un futuro in solitudine e con i tanti problemi derivanti dall’accudire una donna in conclamato stato di demenza senile, ha deciso, come sempre, di intervenire dando una svolta alla mia esistenza facendomi incontrare, dopo pochi mesi di separazione, colei che mi ha risarcito, con gli interessi, regalandomi i migliori 25 anni della mia vita.
Per concludere sorridendo questo inno all’ottimismo, annoto che mia madre, ai cui i medici avevano dato solo pochi mesi di vita, ha vissuto serenamente altri cinque anni in condizioni accettabili facendo. quasi novantenne, lunghe ed interessanti chiacchierate col mio pappagallo.
MORALE: Lunga vita al 14° Corso
Spero che la ricorrenza del “Sessantennale” non chiuda la partita.
Ci sono ancora i tempi supplementari.
Sono certo che riusciremo ancora ad organizzare qualcosa di nuovo e di meglio, nella speranza di riuscire a coinvolgere anche buona parte di assenteisti ingiustificati che decideranno di pentirsi e di redimersi come ho fatto io.
Rivolgendo il pensiero ai tanti Amici “andati avanti", che hanno purtroppo dovuto accelerare il passo nel percorrere questo nostro meraviglioso tragitto terreno., non posso fare a meno considerare che sono perfettamente consapevole che un giorno,(speriamo lontano), ci ritroveremo tutti nella “Casa del Padre”.

Nella riunione costitutiva che certamente, appena possibile, si terrà per rifondare l’ Associazione, chiederò la parola per fare capire a Bruno Zoldan, senza peli sulla lingua, che se avrà ancora intenzione di separarsi da noi, trasferendosi in altra galassia, (si chiami “Irlanda Due” o Via Lattea o altro domicilio), dovrà lasciare a qualcun altro la poltrona di Capocorso del “14° Corso_bis”.
Se ciò dovesse accadere, non escludo la possibilità di candidarmi.
Abbraccio fraternamente tutti.
Anche coloro che, dopo la lettura di queste mie ultime righe, apriranno un’inchiesta per individuare quegli irresponsabili che hanno istigato Pierpaolo a rintracciarmi!

P.S

Caro Pierpaolo,
l’irriverente accenno alla nostra vita ultraterrena mi ha fornito il pretesto per citarti e riferire che, esattamente un anno prima di riabbracciarti in occasione del raduno di Abano, ho ricevuto la tua inaspettata e graditissima lettera.
Quel tuo incipit “Non è stato facile trovarti” ti dà diritto ad avere una corsia privilegiata nel mio cuore.
Per questo mi piace in questa sede, ringraziarti e ricordare la parte iniziale della mia risposta, (una ignobile sceneggiata, di cui ancora oggi mi vergogno), per dimostrare che il mio carattere di allora fortunatamente non è cambiato, come pure non sono cambiate la simpatia, la bontà e la signorilità che ricordavo nell’Amico che dopo cinquant’anni era riuscito a rintracciarmi e reinserirmi nella nostra grande Famiglia.

Lettera di risposta a Pierpaolo.
28 luglio 2010

Carissimo,
entrato in casa mia giusto all’ora di pranzo.
Nel leggere ll nominativo del mittente del plico tra le mie mani ho immediatamente pensato
“Guidoni chi era costui?
Non era certamente mia intenzioni accostarti ad un novello Carneade, e di questo me ne scuso, ma ti confesso che non sono immediatamente riuscito ad individuare una qualche correlazione tra tanto illustre mittente e il comune mortale destinatario del misterioso incartamento.
Appena aperta la busta e lette le prime righe della tua lettera, probabilmente devo avere cambiato faccia tanto da indurre la mia Giovanna, compagna degli ultimi vent’anni della mia vita, seduta a tavola davanti a me, a chiedermi con apprensione. “Salvatore, cosa è successo?”
Le ho spiegato che, in un attimo, si era capovolta la nostra situazione esistenziale: Lei che essendo nata nel 1961, credeva fino a quel momento di essere 23 anni più giovane di me, si è immediatamente resa conto che il mio cuore era improvvisamente ringiovanito di oltre un cinquantennio, non tanto per le sensazioni di cui l’ho immediatamente resa partecipe, ma soprattutto nel constatare che il polpo amorevolmente cucinato a regola d’arte, di cui sono ghiotto, era stato immediatamente sostituto dal motore di ricerca di Google.
Immediatamente materializzo il misterioso mittente. Riconosco la faccia pulita del bel giovanotto con cui ho condiviso quattro anni di vita, e a destra osservo la foto di un distinto signore affiancato a una splendida signora.
Mi sono domandato se avrei mai potuto riconoscere il Generale di oggi senza avere alcun riferimento con l’Allievo di allora. Non so darti una risposta sincera. Se può farti piacere ti dico di sì, ma in cuor mio dico di no, nel convincimento che anche tu stenteresti a riconoscermi se, per magia, potessi in questo momento comparirti davanti.
Entro nella tua pagina personale. Fantastico.!!!! ricco menù!
Clicco la prima opzione “un saluto e un auspicio” e leggo;
“Desidero iniziare lo spazio concessomi sul sito del 14° Corso per indirizzare un caloroso saluto a tutti quei colleghi che hanno condiviso con me, durante il tragitto della vita, gli ideali che ci portarono a varcare quasi cinquant’anni fa, a varcare la soglia della prestigiosa Accademia di Modena”
•     Ed io sono tra quelli
“Il mio sincero auspicio è che questo nuovissimo mezzo che la moderna tecnologia mette a nostra disposizione possa servire per rinsaldare e rinnovare i vincoli di amicizia e di cameratismo che ci hanno tenuti uniti per quattro intensi anni passati tra le austere mura dell’Accademia e della Scuola si Applicazione”
•     Ed io condivido pienamente
“Forse nel lungo percorso della nostra vita militare quei sentimenti possono essere sopiti ma non spenti.”
•     Ed io sono fuori!
Signor Generale, “ Lei” ha messo un aggettivo di troppo!!!!!!!! Tra il lungo percorso della vita e il lungo percorso della nostra “vita militare“ c’è una bella differenza.
Mi è venuto in mente il buontempone di ogni compagnia di amici che ogni tanto viene fuori con la battuta “saluto tutti … meno che uno.!!!”
Comunque ti perdono
Come vedi abbandono il “Lei” e e riprovo a darti del tu non senza prima farti una giusta rampogna.
Potrei usare altri modi per replicare (desidero farti notare…., consentimi di osservare…..,vorrei esporre un rilievo…ecc..ecc.. ) ma preferisco usare efficaci termini che ho imparato oltre mezzo secolo fa, frequentando cattive compagnie in terra emiliana, per farti capire che quando il gioco si fa duro i duri cominciano a giocare.
Nell’iniziare “il cazziatone” vorrei che tu facessi “mente locale” e che quanto vado a dirti è ”lapalissiano”:
Vado ad iniziare:
Amico mio, perché, pur avendo, come te, frequentato il biennio dell’Accademia di Modena ed il biennio della Scuola di Applicazione di Torino, mi vuoi mettere dietro la lavagna solo perché ho avuto un percorso di vita senza stellette?
Il seminarista che alla fine dei suoi studi abbandona la vita ecclesiastica per motivazioni su cui è assolutamente irrilevante discutere, non deve poi provare il minimo disagio nei confronti dei suoi ex compagni di seminario nel frattempo diventati Cardinali..
Se così fosse significherebbe che egli vive una ben triste esistenza piena di rimpianti per situazioni che avrebbero potuto essere e non sono state.
Egli deve pensare che pur non sentendo più dentro di sé la vocazione iniziale andrà certamente in paradiso, come i suoi amici sacerdoti, perché, nel corso della sua vita non sarà mai abbandonato da quei principi morali che lo indussero in gioventù a varcare i cancelli del Seminario
Qual novello Cicerone starai pensando “quousque tandem Salvatore abutere patientia mia?”
Hai ragione, mi fermo qui perché anche i duri sanno che ogni buon gioco dura poco ed anche perché, al contrario di Catilina, io sono soltanto un vecchio buontempone a cui piace tanto scherzare.
Pablo Neruda diceva che il bambino che non gioca non è un bambino, ma l’adulto che non gioca ha perso il bambino dentro di sé.
Per questo motivo, confidando nella tua indulgenza, nel ritrovare un caro amico di gioventù, ho preferito giocare con un approccio goliardico, mettendo da parte quel rigorismo formale che rende ogni incontro freddo e patetico.

…………omissis…………

A Pierpaolo, nella stessa lettera, comunicai anche notizie sulla mia vita privata, (mogli, figlie, nipoti, cani e pappagalli. ricordi personali, ecc. , ecc.) un polpettone che gli ha causato uno stato di profonda prostrazione da cui fortunatamente si è ripreso nel giro di qualche ora.
In questa sede, sostituendo il polpettone con un “omissis” ritengo di aver fatto una cosa buona e giusta di cui dovreste essermi riconoscenti...
Spero che questa appendice sia servita a rappresentare non solo il mio carattere, cosa che non è possibile fare con una macchina fotografica, ma anche il mio affetto verso tutti coloro che, come Pierpaolo, hanno con me condiviso quattro anni di un indimenticabile felice percorso di vita, e che, pur ricordando che sono stato un “Allievo vivace….”, nel rivedermi, hanno continuato a dimostrarmi simpatia ed affetto.